Gli addii
Strida di ferraglia si mischiano a brusii confusi, passi veloci lunghi disattenti. Riflessi freddi attraversano fumi densi, accarezzano una coppia calda, sicura, nel veloce indefinito fluire dello spazio e del tempo. É un addio ansioso che sopravvive in freddi tremori, in brividi nudi.
Quelli che vanno
Corrono veloci e fuggenti ruvide case agresti di argilla. Sfuggono la retina, scappa il treno. Galoppa fulmineo in un tornado di schegge. Impreca rottami d’acciaio. Si perdono nei riflessi delle case volti speranzosi contratti di timore. Il passato permane forte, contorto, nel presente in corsa.
Quelli che restano
Immobili in quell’aria rarefatta e pallida, ecco gli uomini che restano. Torbidi, solidi, silenziosi, soffocano in acque salmastre, paludi inconsistenti. Cadono pesanti, vinti dalla fine.